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Giacomo Franchini, Jacomo nei documenti, è un rappresentante delle botteghe artigiane protagoniste del fare architettura a Siena tra XVII e XVIII secolo. I suoi taccuini, patrimonio della Biblioteca comunale degli Intronati di Siena, raccolgono un corpus di disegni che mostra quali fossero gli strumenti cui quelle «maestranze» ricorrevano per aggiornarsi, grazie anche alla mediazione di una colta committenza cittadina strettamente legata al mondo romano e agli architetti che vi gravitavano come Gian Lorenzo Bernini, Carlo Fontana, Giovan Battista Contini, Antonio Valeri, in momenti diversi impegnati anche a Siena.
L'analisi sistematica di questi disegni, distinguendo tra quelli finalizzati alla crescita professionale, alimentata dalla frequentazione di manuali a stampa progressivamente semplificatisi nel corso del XVII secolo per favorirne una diffusione capillare, e quelli progettuali, in cui le idee ispirate da quei manuali venivano sperimentate, ha fornito gli elementi necessari per delineare il profilo artistico e professionale di Franchini e del contesto culturale in cui visse, verificando come gli echi del dibattito architettonico di quegli anni, oscillante tra gli esiti della stagione barocca e gli indirizzi orientati verso un ritorno nell'alveo di una misurata classicità, venissero colti anche a Siena, contrassegnandone il complesso palinsesto architettonico, la cui eterogeneità spesso sfugge a una immediata percezione.
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